Viaggiare nei dintorni e scoprire paesaggi che non avevo mai visto, suoni di campane che non avevo mai sentito, erbe selvatiche che non avevo mai assaggiato, rocce che non avevo mai toccato ed il profumo di un bosco che non avevo mai respirato.
Viaggiare non vuol dire per forza prendere l’aereo e andare in una località esotica.
Il viaggio è lo spostamento che si compie da un luogo di partenza ad un altro distante (relativamente ai propri mezzi) dal primo. [wiki]
Di conseguenza, se il tutto è relativo ai propri mezzi, il mio viaggiare a piedi nei dintorni è di per sé un viaggio!!!
Spesso è un libro oppure uno scorcio intravisto nel corso di un altro “viaggio” a piedi che mi sprona a prendere lo zaino e a cominciare a viaggiare.
Non mi serve andare lontano (vedi intro), mi basta potermi muovere a piedi e intuendo le linee naturali di un sentiero a zig-zag tra gli alberi o l’invitante e rassicurante passo tra due montagne.
La cartina topografica la lascio a casa, come l’acqua che comunque troverò, ma porto con me un po’ di cibo che spesso non basta mai oppure che non tocco neppure.
Non parto all’alba, una volta si!
Ora faccio colazione con calma e non mi preoccupo troppo delle previsioni meteo.
La paura che il maltempo possa rovinarmi la giornata l’ho lasciata in pianura qualche anno fà e non ne sento la mancanza.
Parto da casa a piedi e questo già mi mette di buon umore.Guardo con ironia la grù parcheggiata davanti a casa mia da oltre 6 mesi e penso che è giusto così e che da oggi rispetterò le scelte estetiche degli altri!
Cammino piano e apprezzo l’aria pungente di novembre.
Vedo la meta, ma ancora non so come ci arriverò e se ci arriverò.
L’importante oggi è viaggiare.
Viaggiare a vista tra i boschi per qualche ora e raggiungere un paese che avrei raggiunto con la macchina in 5 minuti.
La differenza è che ora ho lo zaino pieno di mazze di tamburo e chiodini.
…le castagne forse le raccoglierò al ritorno.
Le campane del paese suonano mezzogiorno, ma preferisco il silenzio e la solitudine dei boschi.
Raggiungo la meta qualche ora più tardi e mi accorgo che quella che da casa mia pensavo fosse la cima è in verità un’illusione ottica dovuta alla distanza e all’angolazione.
Per me rimane la mia vetta e mi fermo a mangiare qualcosa sopra una roccia ruvida e calda.
Osservo i paesini dall’alto e ognuno di loro sembra piccolo, silenzioso e ordinato.
Al ritorno cerco di percorrere lo stesso itinerario dell’andata ma gli alberi sono differenti e non ne sono sicura.
Rientro dal mio viaggio che ormai è buio e ho l’impressione di essere stata via una settimana da quanto sono stanca.
Post ispirato da:
Per un nuovo umanesimo delle montagne
Sere