…quando rialzai la testa la luce era cambiata, qualcosa di azzurro riempiva l’aria e la cima di una montagna cambiò improvvisamente colore.
Il sole doveva ancora sorgere ma una luce tenue filtrava da ovest.
Io camminavo già da un’ora e respiravo allo stesso ritmo delle mie gambe.
Anche il bosco respirava e l’aria era umida e densa.
Il buio e la nebbiolina che mi accompagnavano fin dalla partenza da casa non mi impedivano di vedere e sentire anche se i miei occhi non vedevano più in là della punta delle mie scarpe.
La torcia era nello zaino o forse era rimasta a casa, molto probabilmente le batterie erano scariche da chissà quanto tempo.
I fruscii e i lievi rumori che sentivo non mi spaventavano più da molti anni.
Qualcosa scappava al mio passaggio e qualcosa mi osservava a pochi centimetri dalla punta della mia scarpa.
Ero qui proprio per questa sensazione, anzi ero lì perché volevo salire a quel passo dove forse avrei trovato qualcosa che cercavo da molto tempo ma i fruscii e i rumori che sentivo in quel momento sarebbero diventati sicuramente la colonna sonora della giornata.
Sentii il rumore della fontana e capii che ero arrivata a metà strada.
Era buio ed era notte, eppure era caldo e non vedevo l’ora di bere dalla mia fonte preferita.
L’acqua che cadeva nella vasca riempì il silenzio della notte per qualche minuto ed io bevvi come berrebbe un animale.
Quando rialzai la testa la luce era cambiata, qualcosa di azzurro riempiva l’aria e la cima di una montagna cambiò improvvisamente colore.
Ripresi a camminare ed il rumore della fontana scomparve velocemente.
Il prato leggermente ondulato era piacevole e le mie gambe stanche della salita si rilassarono un pò.
Improvvisamente qualcosa si mosse al margine del bosco.
Una figura bianca a due zampe camminava con leggerezza sopra al muschio e dietro a lei un animale bianco a quattro zampe annusava il muschio.
Mi fermai e tutto tacque.
Si fermò il cuore, si fermò il respiro e tacquero anche tutti i rumori del bosco.
L’animale mi individuò subito e annusò l’aria per capire.
La figura bianca seguì lo sguardo dell’animale e anch’essa mi individuò ma forse aveva già capito.
Rimasi a guardare e cercai di capire non solo con gli occhi.
Ma il tempo corse via veloce, più veloce del normale e non feci in tempo a capire nulla.
Le due figure si erano avvicinate e in breve mi raggiunsero.
Il cane bianco mi annusò e capì.
La signora con i capelli bianchi e vestita di bianco mi sorrise.
Quasi mi sorpresi quando cominciò a parlarmi del cane e di quanto bello era quel particolare momento della giornata. Mi chiese dove stessi andando e senza aspettare una risposta mi parlò proprio di quella cosa che stavo andando a cercare a quel passo di montagna e che cercavo da molto tempo.
Poco dopo ci salutammo e ognuno continuò per la propria strada.
La fata rientrò nel bosco con il suo fedele cane ed io quel giorno trovai quello che stavo cercando da tanto tempo.
Serena