Una giornata di primavera, tra panorami, cipolle selvatiche e mucche. 8 fotografie.
Il Monte Legnone dai prati di San Bernardo vicino a Civo.
I prati non ancora falciati e la neve sulle cime sono l’emblema della primavera in montagna.
Narciso.
“…Reclino’ il capo stanco sull’erba verde. La morte buia chiuse quegli occhi che ancora ammiravano la forma del loro padrone. Anche dopo, quando fu accolto nella sede infernale, continuava a contemplarsi nell’acqua dello Stige. Levarono lamenti le Na’iadi sue sorelle; si tagliarono i capelli e li offrirono al fratello. Levarono lamenti le Driadi. Ed Eco risonando si unì a quel coro di dolore. E gia’ preparavano il rogo, e le fiaccole da agitare, e il feretro: il corpo era scomparso. Al posto del corpo trovarono un fiore: giallo nel mezzo, e tutt’intorno petali bianchi.”
da Metamorfosi di Ovidio
Fiore di Pervinca, vicino alla chiesa di San Giacomo, Roncaglia di Sopra.
Sacro e profano: affresco religioso e un fiore di Pervinca o viola della strega.
Le Orobie viste da Feleguc Basso poco sopra Regurs, Costiera dei Cech.
Strada sterrata che da Caspano conduce a Regurs.
Luoghi che conosco bene e apprezzo, ma alcune volte basta voltarsi per cogliere qualcosa di non ancora visto.
Cipolle selvatiche.
…da non confondere con quelle mortali!
Felce.
Lentamente arriva la primavera anche nei boschi più umidi e nascosti.
Pronti per l’alpeggio.
Serena