Mi sveglio di colpo e sono sicura che la sveglia del telefono non abbia suonato.
Mi sveglio di colpo e sono sicura che la sveglia del telefono non abbia suonato. Guardo l’ora, 4.59…,poco male, la sveglia era puntata alle 5!
Colazione e si parte, l’auto rimane ancora una volta nel box.
E’ buio ed il cielo è nuvoloso. Mi attendono 2 ore di camminata per raggiungere quel posto lontano dove non crescono mai i funghi e le piante di mirtillo non producono più i mirtilli.
Il bosco dietro casa mi accoglie silenzioso come sempre e le paure ancestrali riaffiorano nella mia testa. Volpi, lupi ed orsi sono sicuramente lì a guardarmi, ma poi il cuore prende il ritmo e la respirazione diventa regolare, decido che possono guardarmi.
Con il buio la fatica si sente meno ed io continuo a muovermi in modo semi-automatico e semi-addormentata. Il sentiero passa attraverso un piccolo prato e mi accorgo che il cielo è più luminoso di quello che pensassi. Gli alberi nascondevano la luce del giorno che avanza rapidamente.
La mente si risveglia e un’ondata di pensieri mi invadono, li scaccio senza pietà ma uno si fissa in me: troverò almeno un fungo oggi?
Il mio cercare funghi o erbe selvatiche è ancora influenzato dal mio passato/presente di ecursionista/alpinista quando la domanda era simile: raggiungerò quella cima oggi?
I funghi come le cime delle montagne!
Raggiungo il bosco dove non si trovano mai i funghi e mi riposo un po’.
Le nubi cominciano a dissolversi e le cime delle montagne appaiono a momenti. Il bosco è immobile e umido, il suo profumo sa di autunno e resina. Il silenzio è assordante!
Mi ricordo della risposta che davo alla domanda: raggiungerò quella cima oggi? e la applico alla situazione odierna: troverò almeno un fungo oggi?
Non lo so, ma mi basta essere qui.
Serena