Il Rifugio Omio si trova nella selvaggia Valle dell’Oro in alta Val Masino, Valtellina. Si tratta di una delle escursioni più belle e frequentate della zona, adatta anche a chi non è molto allenato.
In Breve:
- Dislivello: 936 metri
- Tempo di percorrenza: dalle 2 alle 3 ore
- Difficoltà escursionistica: E
- Quota rifugio: 2100 m
- Sentiero: non numerato ma ben segnalato con segnavia bianchi e rossi
Attenzione:
Le escursioni qui descritte possono essere pericolose se affrontate senza la necessaria preparazione.
Sii consapevole di dove stai andando, informati sulle condizioni dei sentieri, consulta le previsioni metereologiche e non dare nulla per scontato.
Se decidi di seguire le indicazioni qui descritte accetta e ricorda che la responsabilità è solo tua.
Località di partenza:
Bagni di Masino, a quota 1172 m, che si raggiunge percorrendo tutta la Val Masino fino a San Martino e poi proseguendo a sinistra fino al termine della strada. Parcheggi scomodi e che si riempiono velocemente.
Salita:
dal parcheggio proseguire in piano nel bosco, lasciando gli edifici delle terme sulla destra, fino a raggiungere un bivio con indicazioni: a sinistra si sale al Rifugio Omio, a destra si sale al Rifugio Gianetti.
Proseguire nel bosco con ripide svolte per circa un’ ora e mezza fino a raggiungere un ampio prato. Continuare sulla destra e dopo qualche altro tratto ripido si esce in ultimo sugli alpeggi della Valle dell’Oro in vista del rifugio. Dopo essere passati vicino ad alcuni grandi massi si prosegue sempre in leggera salita fino a raggiungere il Rifugio Omio.
Discesa:
per lo stesso itinerario, anche se sono possibili numerose alternative collegando altri sentieri.
Itinerario collegato:
consiglio per chi non fosse eccessivamente stanco di proseguire in direzione del Passo Ligoncio 2575 m, a cavallo tra la Val Masino e la Val Codera, che si raggiunge in circa un’ ora e mezza per sentiero ripido ma molto evidente.
Storia del rifugio:
il Rifugio Omio venne costruito nel 1937 in memoria di Antonio Omio morto in un incidente di montagna nel 1935. Una targa all’ingresso del rifugio ricorda la tragedia e i nomi di tutti i 6 alpinisti che perdettero la vita.
Durante la Seconda Guerra Mondiale il rifugio fu utilizzato dai partigiani come base e per questo nel 1944 venne dato alle fiamme dai nazifascisti.
L’edificio venne ricostruito pochi anni dopo la fine della guerra e successivamente ristrutturato nel 1970 e nel 1997.
Altro:
Per info sui periodi di apertura visitare il sito del rifugio
Ulteriori informazioni sulla storia del rifugio su Paesi di Valtellina
Mappa consigliata: Kompass n°92
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