Il Rifugio Gianetti (o Rifugio Luigi Gianetti) si trova in alta Val Porcelizzo a quota 2534 m. A mio avviso è una delle più belle escursioni ad un rifugio che si possano fare in Val Masino. Dislivello notevole.
In Breve:
- Dislivello: 1372 metri
- Tempo di percorrenza: dalle 3 alle 4 ore
- Difficoltà escursionistica: E
- Quota rifugio: 2534 m
- Sentiero: non numerato ma ben segnalato con segnavia bianchi e rossi
Attenzione:
Le escursioni qui descritte possono essere pericolose se affrontate senza la necessaria preparazione.
Sii consapevole di dove stai andando, informati sulle condizioni dei sentieri, consulta le previsioni metereologiche e non dare nulla per scontato.
Se decidi di seguire le indicazioni qui descritte accetta e ricorda che la responsabilità è solo tua.
Località di partenza:
Bagni di Masino, a quota 1172 m, che si raggiunge percorrendo tutta la Val Masino fino a San Martino e poi proseguendo a sinistra fino al termine della strada. Parcheggi scomodi e che si riempiono velocemente.
Salita:
dal parcheggio proseguire in piano nel bosco, lasciando gli edifici delle terme sulla destra, fino a raggiungere un bivio con indicazioni: a destra si sale al Rifugio Gianetti, a sinistra si sale al Rifugio Omio.
Si comincia da subito a salire con forte pendenza lungo un antico sentiero lastricato, si passa attraverso un singolare passaggio in mezzo alle rocce e si esce dopo circa 2 ore in una piana a quota 1899 m.
Si attraversa un ponte e si continua a salire lungamente su dossi morenici sempre in vista del rifugio che si raggiunge dopo 3/4 ore dalla partenza. Panorama superbo!
Discesa:
per lo stesso itinerario, anche se sono possibili numerose alternative collegando altri sentieri.
Itinerario collegato:
la salita è davvero molto lunga, quindi consiglio a chi vuole scendere in giornata di limitarsi a visitare i dintorni del rifugio.
Storia del rifugio:
il Rifugio Gianetti venne costruito nel 1913 e dedicato all’ingegnere Luigi Gianetti che aveva finanziato l’opera. Ma già nel 1887 era presente in loco la Capanna Badile che fu distrutta da una valanga e ricostruita nel 1892. Questa Capanna fu poi restaurata nel 1960 e divenne il bivacco invernale del rifugio.
Durante il primo conflitto mondiale il rifugio fu utilizzato come base per i reparti alpini che temevano un’ invasione austro ungarica dalla vicina Svizzera.
Nel 1944 l’edificio fu dato alle fiamme dai nazifascisti perchè veniva utilizzato dai partigiani come struttura di appoggio.
Il rifugio fu ricostruito nel 1949 e ristrutturato nel 1994
Altro:
Per info sui periodi di apertura visitare il sito Rifugi di Lombardia
Ulteriori informazioni sulla storia del rifugio su Paesi di Valtellina
Mappa consigliata: Kompass n°92
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