Al di là del ponte è un libro di Regina Zimet-Levy che racconta le vicissitudini di una famiglia ebrea che si rifugiò, durante la Seconda guerra mondiale, a San Bello vicino a Morbegno.
Premessa:
Le storie che mi legano ad un libro sono sempre frutto di esperienze ed incontri ed anche per questo testo non poteva essere differente.
Credo fosse novembre, o comunque le foglie degli alberi erano già colorate di giallo e rosso, ed una gentile coppia svizzera arrivò al B&B. Non aspettavamo nessuno ma qualche volta è bello non opporsi a quello che la giornata ti propone.
Le solite domande e le solite informazioni questa volta furono velocemente sostituite da il perchè questa coppia di anziani era arrivata a casa mia. Spuntò fuori un libro ed un lungo ed interessante riassunto dello stesso riempì la nostra serata e parte del giorno successivo.
Venni così a conoscenza del libro Al di là del ponte di Regina Zimet-Levy e fu da subito chiaro che la gentile signora svizzera ed il marito erano venuti in Valtellina per visitare i luoghi raccontati e descritti nel libro.
Trovare il libro non fu facile e solo dopo molti anni riuscii a leggerlo.
Oggi 7 novembre le foglie gialle e rosse del bosco mi hanno ricordato l’incontro con due persone gentili ed un libro.
Al di là del ponte. Le peripezie a lieto fine di una bambina ebrea sfuggita alla Shoà.
Nel 1938 Regina Zimet viveva con la sua famiglia a Lipsia in Germania.
In quel periodo Hitler portava avanti la sua politica di difesa della razza, che si rifletteva sulla vita degli ebrei sotto forma di discriminazioni in campo economico e lavorativo, e per questo motivo Filippo Zimet, il padre di Regina, decise di fuggire in Italia assieme alla famiglia.
Inizia così una serie di vicissitudini che porterà nei successivi anni la famiglia Zimet a vivere dapprima a Milano, sotto il regime fascista, e poi, dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale nel 1940, a tentare di raggiungere la Palestina passando per Bengasi in Libia.
Nell’agosto del 1940, dopo che anche l’Italia entra in guerra schierandosi con la Germania di Hitler, Regina e la sua famiglia vengono arrestati e condotti in un campo di concentramento in Libia.
Nel racconto di Regina si riesce a percepire tutta l’ansia e l’insicurezza di quei tempi ma anche il suo meravigliarsi per le piccole cose che avvengono ogni giorno.
Successivamente la famiglia Zimet rientra in Italia passando prima da Napoli, dove vengono incarcerati, e poi in Calabria, nel 1941, dove vengono nuovamente rinchiusi in un campo di concentramento.
Inaspettatamente, nello stesso anno, viene loro proposto di trasferirsi in provincia di Bergamo come “internati liberi”. Nel luglio del 1941 Regina e la sua famiglia si trovano a San Giovanni Bianco, in provincia di Bergamo e poi nel 1942 a Serina dove gli Zimet si sentono al sicuro e sono aiutati dalla gente del posto.
Nel 1943, dopo l’armistizio, il sud Italia viene lentamente liberato dalle forze alleate, mentre nel nord Italia nasce la Repubblica Sociale Italiana e a seguito di un’ordinanza della polizia, che prevede l’arresto di tutti gli ebrei, gli Zimet sono costretti a fuggire anche dalla provincia di Bergamo.
Provano a raggiungere la Svizzera aiutati dalle staffette partigiane, ma non ci riescono e giungono in Valtellina attraverso il Passo San Marco dove troveranno un nascondiglio sicuro dalla famiglia Della Nave a San Bello vicino al Ponte di Ganda.
Regina e la sua famiglia, che rimmarranno 18 mesi a San Bello aiutati e nascosti dalla famiglia che li ospita, si troveranno a dover convivere con i periodici rastrellamenti da parte dei fascisti, che occupano il fondovalle e Morbegno e i partigiani che occupano le montagne sopra il paesino.
Rimanere costantemente vigili e nascosti per un così lungo periodo diventa sempre più difficie e alla fine viene deciso, assieme alla famiglia Della Nave, di inventare una falsa storia: Regina e la famiglia Zimet diventano dei parenti di Milano che hanno perso la casa a seguito dei bombardamenti e che sono fuggiti a San Bello.
Lentamente cominciano a farsi vedere per le strade del paese ed a partecipare alla vita quotidiana.
Regina sviluppa una specie di “verità parallela” che ogni giorno le pesa sempre di più, ma allo stesso tempo si rende conto che è anche l’unico modo di sopravvivere che le rimane.
Nel 1945, dopo la liberazione e l’arrivo delle truppe alleate nel nord Italia, gli Zimet tornano dapprima a Serina in provincia di Bergamo e poi a Milano dove alla fine riescono a partire e a raggiungere la Palestina.
10 anni dopo Regina con la sua famiglia tornano in Italia e a San Bello per ritrovare tutte le persone che hanno reso possibile la loro sopravvivenza durante gli anni della guerra.
Serena